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PHOTOGRAPHIE

Il rapporto focale, indicato con la lettera minuscola f, indica il rapporto esistente tra la lunghezza focale (F) di un obiettivo e il diametro (D) del diaframma in cui entra la luce. Generalmente, nella terminologia fotografica, viene chiamato più semplicemente “diaframma”.

Ma diaframma è anche qualsiasi elemento che serve da divisione, da separazione tra un qui e un lì, tra un dentro e un fuori.

Non poteva che chiamarsi diaframma il muscolo che ci permette di respirare, quindi, in definitiva, di vivere. Il diaframma segna un passaggio epocale, l’apertura di una porta che permise la nascita di una nuova forma d’arte. I grandi pittori, fino all’invenzione della macchina fotografica, hanno fatto ritratti, guadagnandosi da vivere con le opere commissionate dai signori.

L’arte è stata, per così dire, liberata dal ritratto quando è arrivata la fotografia, perché questa tecnica lo ha reso assolutamente inutile e da qui è cominciata un’arte nuova. Tutte le avanguardie sono nate quando non c’era più la necessità di rappresentare ciò che si vedeva - un viso, un paesaggio - perché la fotografia poteva farlo facilmente, rapidamente e a costi molto minori, ma restava l’urgenza di rappresentare comunque qualcosa che non si vedeva, qualcosa che veniva da dentro. Non è un caso che la fotografia nasce e muove i suoi primi passi attorno al teatro, l’arte tipica dell’esplorazione della natura

umana e della sua anima.

Siamo a Parigi, a cavallo tra fine Settecento e inizio Ottocento. È un mondo brulicante di idee, pieno di fermenti culturali, popolato da strani scienziati, intrepidi scopritori, artisti geniali, testardi inventori. Si respira un’aria carica di eccitazione.

Noi ci siamo intrufolati in mezzo a loro, abbiamo spiato dentro la loro vita, ascoltato i loro discorsi, letto i giornali dell’epoca, curiosando e lasciandoci trasportare mentre qualcosa di fantastico stava accadendo.

Un po’ come quando Armstrong mise il piede sul suolo lunare. O quando cadeva il muro di Berlino. Eravamo là, inchiodati davanti allo schermo della tivù, increduli. E ci chiedevamo: ma quello che stiamo assistendo sta davvero accadendo? A poco a poco, seguiti e avvolti dalla stupenda melodia di “Round Midnight” sprigionata dal sax, abbiamo visto la nascita della fotografia. Abbiamo incontrato personaggi unici come Daguerre, Nièpce, Talbot, Bayard, Arago, Herschel, tanto diversi tra loro ma tutti interessanti. Abbiamo vissuto le loro scoperte, le loro difficoltà, una vera e propria avventura nella ricerca di fermare nel

tempo un’immagine.

E ci siamo emozionati.

EN The focal ratio, indicated with the lowercase letter f, indicates the relationship between the focal length (F) of a lens and the diameter (D) of the diaphragm into which the light enters. Generally, in photographic terminology, it is more simply called "diaphragm". But diaphragm is also any element that serves as a division, as a separation between here and there, between inside and outside. The muscle that allows us to breathe and therefore, ultimately, to live could only be called the diaphragm. The diaphragm marks a epochal passage, the opening of a door that allowed the birth of a new art form. The great painters, until the invention of the camera, made portraits, earning a living with the works commissioned by the lords. Art was, so to speak, freed from the portrait when photography arrived, because this technique made it absolutely useless and from here a new art began. All the avant-gardes were born when there was no longer the need to represent what was seen - a face, a landscape - because photography could do it easily, quickly and at much lower costs, but there remained the urgency to represent something that did not you could see it, something that came from inside. It is no coincidence that photography was born and takes its first steps around theatre, the typical art of exploring nature human and his soul. We are in Paris, between the end of the eighteenth and the beginning of the nineteenth century. It is a world teeming with ideas, full of cultural ferment, populated by strange scientists, intrepid discoverers, brilliant artists, stubborn inventors. There is an air full of excitement. We snuck among them, we spied inside their lives, listened to their speeches, read the newspapers of the time, snooping around and letting ourselves be carried away while something fantastic was happening. A bit like when Armstrong set foot on lunar soil. Or when the Berlin Wall fell. We were there, riveted in front of the TV screen, in disbelief. And we asked ourselves: is what we are seeing really happening? Little by little, followed and enveloped by the wonderful melody of "Round Midnight" released by the sax, we saw the birth of photography. We met unique characters such as Daguerre, Nièpce, Talbot, Bayard, Arago, Herschel, so different from each other but all interesting. We experienced their discoveries, their difficulties, a real adventure in the search to stop in time an image. And we got excited.

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